Inciampare
di nuovo
sullo stesso sasso
mentre cammini all’indietro.
Cercare
nello specchio sbagliato
il riflesso che vorresti.
Continui a sbagliare porta,
sarebbe ora che guardassi avanti.
Inciampare
di nuovo
sullo stesso sasso
mentre cammini all’indietro.
Cercare
nello specchio sbagliato
il riflesso che vorresti.
Continui a sbagliare porta,
sarebbe ora che guardassi avanti.
Nella magia di un giorno che non esiste
nell’abbraccio della madre d’ogni cosa
ripenso al tuo sorriso
mentre il mondo mi stringe a sè
mi faccio brezza
e bacio la tua fronte.
Perdimi
in un tramonto
nell’intangibile
caducità
del nostro domani.
Lascia che guardi
per l’ultima volta
la perfetta simmetria
delle tue scapole.
Dissolvimi
come sasso
in uno stagno.
Goditi
l’ultimo canto dell’usignolo
prima che il vento
inizi a spirare
sui nostri sogni
ormai infranti.
Mi troverai
lì,
fra l’incertezza del sole
quasi sopito
e il silenzioso incedere
della pallida Signora,
intento a cercare
nei miei occhi chiusi
il tuo sorriso.
Datele un giorno
senza sole,
saprà cosa farne.
Una fredda sera
d’inverno,
l’accenderà.
Un pallido pomeriggio
d’autunno,
rifiorirà.
Non datele mai
un giovane amore,
se non lo vuole.
Lo brucerà
cercando di spegnerlo.
Confuse
cadono
su di me
stille di cielo.
Ignare
bagnano
il tuo ritratto
scolpito a forza
sulle mie ossa.
Quante volte
i miei occhi
han provato a fare lo stesso
offrendo lacrime
già sconfitte in partenza.
Neppure il tempo
arbitro dell’eterna lotta
fra la vita e la morte
può aiutarci
ora che il Ricordo
lurido verme
con la sua lama
impregnata di sorrisi e di carezze
infierisce sul mio costato
e bagna la terra
con gocce d’amaro amore.
Vorrei farti provare
la fragile certezza
della veglia
mentre il sogno
signore incontrastato
mischia le carte.
E’ lì che vorrei stare,
in quell’eterno secondo
di scontata resistenza,
perso
come il mozzo d’una nave di cartone
sbattuta qua e là
da una tempesta d’incertezza.
Lì capiresti,
in un breve battito di ciglia,
che ho sempre avuto ragione.
Depliant
di un viaggio che non farò mai.
Locandine
di spettacoli mai andati in scena.
Accordi
di canzoni suonate
con l’anima mai accordata.
Devi smettere di vivere di illusioni.
Devi andare a teatro in aereo.
Cantando a squarciagola.
E compra due biglietti.
Frammenti
di vita
in attimi
di vetro.
Battiti
di silenzio
in cuori
sordi.
Sogni.
Favole
di cristallo
in pagine di luna.
Briciole
che saziano
anime affamate.
Vorrei capire ma non riesco.
Riuscirei a capire se solo volessi.
Ho capito!
E adesso vorrei non averlo fatto.
Immagini di scapole
e di tasche piene di fegato.
Lampi di ghiacciaie
e di parole incastrate su rami.
Attimi infiniti
di passeggeri mezzi falsi
su treni
lungamente sognati e mai arrivati.
Mani tremanti che scoprono
amore,
occhi affamati che divorano
illusioni.
Onicofagia seriale
è il mio antidoto.
Tu
sei il mio veleno.
Scoprire
che viverti
è un po’
morire.
Capire
che viverti
no,
non si può.
Odiare
il morire
vissuto
per viverti.
Amare
il vivere
ucciso
per morir di te.
Sospeso,
in equilibrio precario,
fra un vattene
ed un torna presto.