Mi manca
ogni tua forma imperfetta
e quanto di mio ho lasciato sulle tue labbra
al cospetto dei tuoi sguardi severi.
Ingiustamente pretendo
l’impossibile stasi del tuo essere.
Parzialmente distruggo
ogni tua manchevolezza nei nostri confronti.
Involontariamente tralascio
ogni colpa figlia del mio arrancare nel mondo.
Mi chiedo da tempo
se il treno che m’ha portato qui
non fosse pieno di false parole
tanto che ho quasi paura
di salirci di nuovo.
È nato già grande,
con rughe da vecchio
e sogni di fanciullo,
l’amore che mostrammo al mondo
con indosso l’abito della festa
ed al polso un orologio d’inchiostro blu.
