Mancanze presenti.

Mi manca
ogni tua forma imperfetta
e quanto di mio ho lasciato sulle tue labbra
al cospetto dei tuoi sguardi severi.

Ingiustamente pretendo
l’impossibile stasi del tuo essere.
Parzialmente distruggo
ogni tua manchevolezza nei nostri confronti.
Involontariamente tralascio
ogni colpa figlia del mio arrancare nel mondo.
Mi chiedo da tempo
se il treno che m’ha portato qui
non fosse pieno di false parole
tanto che ho quasi paura
di salirci di nuovo.

È nato già grande,
con rughe da vecchio
e sogni di fanciullo,
l’amore che mostrammo al mondo
con indosso l’abito della festa
ed al polso un orologio d’inchiostro blu.

Drowning

Sul confine
fra volontà e dovere,
con un desiderio sotto braccio
e la sua negazione sulle spalle,
solchi
profondi
le impronte che lascio
sull’arida sabbia
unico abitante
del deserto della tua assenza.
In ginocchio
al confessionale del mio destino
racconto i miei peccati
in cerca di vana assoluzione
soluzione
redenzione
direzione.
Contro il vento dell’imperfezione
alito gelido dell’inadeguatezza
non basterà una sciarpa
fatta di aspettative per il domani.
I sarti sono in ferie
ma anche non lo fossero
il saldo della mia tenacia
ricorda il rosso del mio imbarazzo
davanti allo specchio dei giorni che passano.
Ho sigillato
la mia scorta di felicità
ed ho buttato la chiave.
Potrei forzare la serratura
o rompere il vetro di ricordi
da cui la guardo ogni minuto
se solo non conoscessi
le mie scarsi doti da scassinatore.

Sottofondo: Ours – I’m a monster

Patience

Corde di violino
rigide come marmo
sinuose come onde spumose
fiaccano
e squarciano
abiti di cartapesta,
sorprese
dal trovarvi sotto
niente più che un’anima malinconica
intenta a rifarsi il guardaroba.
Non servirà a nulla
costruire mura di pietra
se un tuo solo sguardo saprà abbatterle,
inutili
cancelli impenetrabili
di cui già hai la chiave.
Rimani
ancora qualche giorno
nella stanza degli ospiti,
sto imbiancando.

Sottofondo: The Album Leaf – Streamside

The spot on the door.

Come ferro
su calamita
inesorabile
scalcia
ogni tua parte
rifugiata nel mio punto più caldo
alla fugace visione
della curva del tuo collo
meta passata delle mie labbra
confusione presente delle mie mani
piacere
senza tempo
per la vista.
Ancora qualche giro
per le lancette della mia sicurezza
prima che sia di nuovo ora
minuto
secondo
per la felicità.

St. Augustine

Vivi nei miei occhi
nell’inutile vociare del mondo
che baratterei volentieri
con un tuo singolo respiro
sulle mie labbra.
Incantato
da melodie ritrovate
quasi per caso
o forse grazie al fato
nella criniera d’un purosangue,
quando il sole è ormai sopito
e le stelle giocano a scacchi
mi perdo dentro di me
su una barca rossa
coi remi ancora asciutti
gli ormeggi ormai tirati
e la dispensa quasi vuota.
Babordo o tribordo
non è quello che m’interessa
mentre mi specchio
e sistemo la divisa da mozzo
guardando la tua foto
appesa dove la cornice forma un angolo.
Il mare è calmo
fuori dagli oblò
e sembra che salperemo
poco prima che faccia giorno
o anno
nuovo.

Sottofondo: Band of horses – The Great Salt Lake

Heartbeats

Sprazzi di felicità
colorano di rosso
pensieri complicati
e desideri mai sopiti.
Tolgo la maschera dei giorni bui
indosso quella da giullare
senza naso finto
ma con tanto sale in testa
per disinfettare ferite aperte per metà
e chiuse in egual misura.
Prospettive diverse
sono la cura
per le amarezze della vita,
rinnovate consapevolezze
l’armatura
per quello che ci attende
fuori dalla porta.

Sottofondo: Beach Boys – Good Vibrations

Disintegration

Le mie pupille
tiranne
costringono le mie palpebre
a rimanere aperte
con il dolceamaro ricatto
della tua immagine.
Neppure note di sogno
ed atmosfere di neve
placano il mio cuore
ora che la mia bussola
s’è rotta del tutto
conficcando
il suo ago
appuntito
nel mio nord più profondo.
Ho tutti i sintomi, sai
dell’ubriachezza da Vita andata a male.
Barcollo
costantemente
mentre tento di capire
se muovere prima il destro o il sinistro,
devasto
tavole imbandite
con i miei cibi preferiti
nel tentativo di riempire il mio piatto.
Alterno
lucidità confusa
a pessimismo convinto
mentre sento le mie spalle curvarsi
sotto il peso del macigno che porto
gentile omaggio
di una cava dell’inadeguatezza
e di operai tutti con lo stesso nome
Insofferenza
marchiato nelle ossa.
Mi fiderei di Futuro
se solo non temessi che crescendo
diventi l’ennesimo Passato
di cui avrei fatto a meno.

Sottofondo: The Cure – Untitled